GaSaMaLi ha scritto:...circuito di raffreddamento con una valvola che chiude il circuito stesso per portare in temperatura il motore sempre e comunque il più velocemente possibile. Questo fa si che la differenza tra estate ed inverno sia minima ed è un bene dato che il maggior sforzo, usura e consumi si hanno proprio quando il motore non è in temperatura.
Non è l'inidcatore che non funziona....
Condivido; anch'io ho notato una piccola differenza nei tempi di riscaldamento da settembre ad oggi, ovvero la 3^ tacca si accende un po' dopo quando diminuisce di molto la temperatura ambientale.
La mattina, infatti, va scaldato un po' di più, poi si stabilizza sulla tacca sua e non si smuove più, che è un altro buon segno. Non dimenticatevi che è ventilato anche quando siamo fermi a un semaforo.
Vi pare che gli ingegneri di Iwata non sappiano che la maggior parte dei loro scooter sarà poi usata in città, in climi anche caldi?
Io ho molta fiducia negli ingegneri giapponesi... e in quelli tedeschi, non certamente perché siano tecnicamente superiori a quelli italiani, bensì perchè questi ultimi se la devono vedere con i risparmi, con i tagli, con i premi produzione a pioggia ai manager politici che governano le loro aziende, proteggendo i propri stipendi precari.
Ciò spiega perché, ad esempio, i cavalletti dei Liberty siano esili e sfiancati lateralmente già dopo un breve uso; lo avete mai notato il braccetto immancabilmente piegato della maggior parte di loro?
Vi pare che l'ingegnere italiano non sappia come ogni cavalletto abbia bisogno di un rinforzo e comunque di un giusto diametro, in funzione del carico imposto e correlato al peso del mezzo come prevedono ad esempio Honda ... Yamaha, BMW...
Bah, con gli anni comincio a vedere sempre più cose che mi piacciono sempre meno; meno male che ho ancora la libertà democratica di scegliere il mezzo che più mi piaccia, ovvero non decidano altri per me, ad esempio un presidente, anche in questo campo.
“Et neuna cosa, quanto sia minima, può avere cominciamento o fine senza queste tre cose, cioè: senza potere, et senza sapere et senza con amor volere”.
(Da statuto corporativo trecentesco Senese)